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Cari genitori, sono gay

 Ho scoperto che mio figlio è gay
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Foto di Kurious da Pixabay 

 Ho scoperto che mio figlio è gay, cosa fare

I figli sono figli, anche se scopri che il tuo è gay.

Scoprire l’omosessualità in un figlio, anche se viviamo in una epoca sicuramente più illuminata, potrebbe rappresentare un bel colpo, ma, come in tutte le cose, anche in questa, se vista dalla giusta prospettiva, offre l’occasione per crescere e per aprire la mente anche in questa direzione.

Il mondo è pieno di storie che evidenziano questa opportunità.

Certo, scoprire o sospettare che il proprio figlio è gay o tua figlia è lesbica potrebbe rappresentare un duro colpo soprattutto perchè non si sa mai cosa fare.

E’ un problema non solo tuo ma che forse ha anche lui e risolverlo può avere un inizio imbarazzante.   

Non si può fare molto ma, se non si presta attenzione, si potrebbero fare molti danni. Però, restare immobili potrebbe peggiorare la situazione. Ricordatevi che stiamo parlando dei vostri figli.

Voi siete i genitori di vostro figlio e il tutto prescinde dalla vostra opinione in merito alla omosessualità. I vostri figli hanno bisogno di aiuto e se non lo trovano in famiglia lo cercheranno altrove.

La accertata o presunta omosessualità di vostro figlio, cambia radicalmente la vostra relazione che si stabilizzerà, solo dove insieme saprete costruire. 

La privacy di nostro figlio

Alcune riflessioni in merito alla privacy di vostro figlio.

Subito dopo lo sviluppo, all’incirca verso gli 11, 12 anni, i ragazzi passano nella fase genitale (secondo la teoria dello sviluppo psicosessuale elaborata da S. Freud) e quindi iniziano le loro attività sessuali che, almeno in questa fase saranno di tipo autoerotico.

Se poi consideriamo che in rete si può trovare di tutto (materiale pornografico), il ragazzo ha ovviamente bisogno di avere la certezza, che nessuno gli piomba in stanza all’improvviso. 

In questa fase, è alla ricerca di risposte ma anche di piacere (non dimentichiamoci che è in atto una esplosione ormonale), ha bisogno di veder tutelati i suoi spazi fisici ma anche mentali (l’invadenza dei genitori andrebbe mitigata al massimo). 

Questo è il momento di grande cambiamento e la discrezione è l’unica risposta utile. L’aiuto deve venire concesso ma solo se richiesto (mai imposto), e sicuramente il padre è certamente più indicato.

Proviamo a metterci nei panni di un ragazzo, potrebbe essere imbarazzante parlare di queste cose con la mamma (anche se questo parametro è molto discusso dal momento che le mamme sono molto più empatiche e comprensive dei padri).

Di certo il padre, in merito alla sessualità del figlio, potrebbe avere delle conoscenza in più essendo stato a sua volta adolescente.

In entrambi i casi, ovvero se il figlio preferisce discuterne con il padre oppure con la madre, la parola d’ordine è sempre una: leggerezza.

Tuttavia, se il ragazzo preferisce parlarne con la madre, questa deve far suo il vecchio adagio che più o meno recita così: lasciamo parlare l’altro, anzi incoraggiamolo soprattutto con il nostro silenzio. Il silenzio, nella comunicazione umana, come in analisi, può anche essere assordante e più efficace di mille parole.

Madre o padre che sia, l’obiettivo è mettere a proprio agio il ragazzo. non è necessario chiedere per ottenere dettagli.

E’ comprensibile che entrambi i genitori desiderano conoscere più dettagli possibili, ovvero sapere come stanno le cose, ma sarebbe un errore, potremmo farlo fuggire, anche definitivamente. Rispettiamo la sua privacy.

Mio figlio è gay: cosa devo fare?

Prima di fare qualsiasi cosa, è necessario porci una domanda fondamentale: cosa ne pensiamo, qual è la nostra opinione.

Per intervenire in modo opportuno, dobbiamo prima saper rispondere alla domanda.

Per fronteggiare questa sfida dobbiamo avere le idee chiare in merito al nostro punto di vista.

Il quesito che si cela dietro, risponde fondamentalmente alla domanda: fingiamo di rispettarli i nostri figli oppure li rispettiamo veramente.

E’ nota a tutti la posizione del Papa in merito a questo tema. Egli infatti ha detto che i figli non vanno condannati ma ci si deve dialogare. E’ questo che dovrebbero fare con i figli omosessuali che decidono di andare a vivere, ad esempio,  con il proprio compagno. 

Ciò che un genitore potrebbe fare è informare il ragazzo delle eventuali implicazioni legati alla salute. Le informazioni devono essere fornite non in modo paternalistico ma in modo tecnico e competente (dopo previo approfondimento). E’ importante che vengano fornite informazioni esatte dal punto di vista scientifico e non superficiali oppure condizionate da paura e ansia.

Comunque, i genitori devono sapere che alcune statistiche affermano, in modo abbastanza desolante che meno del 5% dei ragazzi omosessuali fanno coming out con i genitori.

Cosa fare e cosa non fare

Vediamo ora alcuni suggerimenti so cosa fare o non fare e perché.

Evitate di:

vergognarvi del fatto che vostro figlio è omosessuale, è inutile, anzi dannoso;

torturavi dal momento che non avete nessuna colpa della sua omosessualità; 

la scelta sessuale di vostro figlio (come del resto da parte del genere umano è condizionata da tantissimi fattori che sono fisiologici, psicologici, sociali, …)

Emarginarlo, dal momento che potrebbe fare la stessa cosa (emarginarsi); in tal modo si corre il rischio di allontanarlo dal mondo della normalità. 

Rimproveralo per le sue scelte; non ne ha  colpa. Ciò che è, ciò che prova, sono arrivati e non li ha scelti lui. Non stancatevi mai di dimostargli il vostro amore, dal momento che oltre alla sessualità, lui è anche tantissime altre cose.  

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