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Jacques Lacan, il Desiderio e la Metafora del Furetto: Esplorazioni nella Psicoanalisi

Il desiderio secondo Lacan e Freud
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Il concetto di metonimia

La metonimia è una figura retorica che consiste nel sostituire un termine con un altro che ha con esso una relazione di contiguità o vicinanza logica.

Ad esempio, si può usare:

Il contenente per il contenuto : “Bere un bicchiere” (intendendo il liquido contenuto nel bicchiere).
L’autore per l’opera : “Leggere Dante” (intendendo le opere di Dante).
La causa per l’effetto : “Vivere del proprio lavoro” (intendendo i guadagni derivanti dal lavoro).
Il materiale per l’oggetto : “I sacri bronzi” (intendendo le campane).

La metonimia si distingue dalla metafora perché il rapporto tra i termini è di tipo concreto e diretto, mentre nella metafora il legame è più simbolico o figurato.

Di seguito si parlerà del Il desiderio secondo Lacan e Freud.

Il desiderio secondo Lacan

Il desiderio, secondo Lacan, celebre psicoanalista francese (Parigi, 13 aprile 1901 – Parigi, 9 settembre 1981), è una forza fondamentale che anima l’essere umano, ma è anche sfuggente e mai completamente soddisfatto.

Non si tratta semplicemente di volere qualcosa, ma di una spinta profonda che orienta la vita del soggetto.

Desiderio e bisogno

Lacan distingue il desiderio dal bisogno: mentre il bisogno può essere soddisfatto con un oggetto concreto (come il cibo o l’acqua), il desiderio è sempre legato a una mancanza e si muove lungo una catena di significanti senza mai trovare un punto di arrivo definitivo.

Gli elementi chiave del desiderio sono quindi:

Il desiderio dell’Altro: Il soggetto desidera ciò che l’Altro desidera, creando un ciclo infinito di insoddisfazione.

La metonimia del desiderio: Il desiderio si sposta continuamente da un oggetto all’altro, senza mai fermarsi su un significato definitivo.

Il fantasma: Il soggetto costruisce una scena inconscia che sostiene il proprio desiderio, proteggendolo dall’incontro diretto con il Reale.

L’etica del desiderio: Lacan afferma che cedere sul proprio desiderio è una forma di tradimento verso sé stessi, che può portare alla sofferenza e alla manifestazione di sintomi.

Il desiderio è quindi una spinta vitale, ma anche una condizione di mancanza che non può essere colmata.

Quindi, si potrebbe dire che il desiderio è  ciò che ci rende unici e ci spinge a cercare significato nella vita.

Cosa si intende per mancanza

Per Lacan, la mancanza è un concetto fondamentale che struttura il desiderio umano. Non si tratta semplicemente di un’assenza di qualcosa di concreto, ma di una condizione esistenziale che definisce il soggetto.

Quali sono i diversi tipi di mancanza

Quando il soggetto sperimenta una mancanza che non può essere colmata da un oggetto specifico (Mancanza-a-essere: ). Il desiderio nasce proprio da questa mancanza strutturale.

Ogni qualvolta il soggetto percepisce un’assenza materiale o simbolica (Mancanza-a-avere).

In ultimo quando il soggetto realizza che deve rinunciare all’onnipotenza infantile e accettare i limiti (divieti) imposti dal linguaggio, dalla famiglia, dalla società … avremo quella che Lacan chiama Castrazione Simbolica

Lacan mostra come il desiderio sia sempre orientato da questa mancanza: il soggetto cerca continuamente di riempire il vuoto, ma ogni volta che ottiene un oggetto desiderato, il desiderio si sposta (metonimia) su qualcos’altro.

Questo movimento infinito è ciò che rende il desiderio sfuggente e mai completamente soddisfatto (e quindi metonimico).

La metonimia nel pensiero di Lacan

Nella teoria del desiderio e del linguaggio di Lacan, la metonimia occupa una posizione centrale e si riferisce al modo in cui il desiderio umano si articola attraverso una catena di significanti, dove ogni significante rimanda a un altro, senza mai raggiungere un significato definitivo.

Questo processo di spostamento (meccanismo di difesa freudiano) continuo è ciò che Lacan chiama metonimia del desiderio.

La metonimia quindi, è il movimento del desiderio lungo la catena significante, in cui il desiderio non si soddisfa mai completamente ma si sposta da un oggetto all’altro.  

Lacan e la metafora del furetto

Jacques Lacan utilizzò la metafora del furetto per descrivere il concetto di desiderio umano .

Il furetto, noto per la sua agilità e capacità di sfuggire ai cacciatori, anche se oggi, in realtà, i furetti vengono usati dai cacciatori per stanare i conigli dalle tane, rappresenta la natura sfuggente del desiderio.

Secondo Lacan, il desiderio è caratterizzato da una condizione di insoddisfazione strutturale: ogni volta che pensiamo di averlo soddisfatto, esso si manifesta altrove (sguscia), proprio come un furetto che scivola via e non si fa prendere.

La metonimia della mancanza d’essere

La metonimia della mancanza d’essere, descrive il movimento incessante del desiderio umano.

Il desiderio non si rivolge mai a un oggetto specifico, ma si sposta continuamente lungo una catena di significanti, senza mai colmare la mancanza fondamentale che costituisce il soggetto.

Questo processo è ciò che Lacan chiama “metonimia”: un continuo spostamento da un significante all’altro, dove il desiderio cerca di riempire una mancanza che, per sua natura, non può essere colmata.

La mancanza d’essere è centrale nella teoria lacaniana: il soggetto è definito dalla sua mancanza, che lo spinge a desiderare. Tuttavia, il desiderio non è mai completamente soddisfatto, poiché ciò che il soggetto cerca non è l’oggetto in sé, ma il significato che attribuisce a quell’oggetto.

Questo rende il desiderio sfuggente e perpetuo.

La natura sfuggente del desiderio

Secondo Lacan, il desiderio umano è intrinsecamente sfuggente e mai completamente soddisfatto.

Il desiderio, per Lacan, non è mai posseduto dal soggetto, ma trascende l’individuo, manifestandosi quando l’io viene meno.

Lacan collega il desiderio alla metonimia, un processo di spostamento continuo da un oggetto all’altro, senza mai raggiungere un significato definitivo.

Inoltre, il desiderio è strettamente legato all’Altro: il soggetto desidera nella misura in cui esperisce l’Altro come desiderante.

Questo rende il desiderio enigmatico e radicato nell’inconscio, una spinta vitale che anima l’essere umano ma che rimane sempre velata e inafferrabile.

In altre parole …

… il desiderio è come un furetto: appena pensi di averlo preso, scappa via. Ogni volta che raggiungi qualcosa che pensavi di volere, subito nasce un nuovo desiderio.

Non si ferma mai, perché non desideriamo mai davvero l’oggetto , ma l’idea che abbiamo di esso.

Ecco perché il desiderio è sempre in movimento e mai del tutto soddisfatto.

Legame c’è tra la metonimia di Lacan e il pensiero di Freud

Il legame tra la metonimia di Lacan e il pensiero di Freud si basa sull’idea che il desiderio umano sia strutturato dal linguaggio e dall’inconscio.

Lacan riprende i concetti freudiani di spostamento e condensazione, che Freud aveva identificato come meccanismi fondamentali nei sogni e nei processi inconsci, e li riformula attraverso la linguistica.

Spostamento

Lo spostamento, per Freud, è come un trucco dell’inconscio: un’emozione troppo intensa o difficile da gestire viene deviata su un altro oggetto o situazione, meno minaccioso.

Così, anziché affrontare direttamente un conflitto, il soggetto lo sposta altrove, spesso senza rendersene conto.

Questo meccanismo è evidente nei sogni, nei sintomi nevrotici e nelle dinamiche relazionali.

Il desiderio, invece di esprimersi chiaramente, si camuffa, creando percorsi alternativi attraverso cui l’inconscio comunica.

Condensazione

La condensazione, è un meccanismo inconscio che concentra più significati, immagini o idee in un unico elemento.

È particolarmente evidente nei sogni, dove un singolo simbolo può rappresentare diverse esperienze o emozioni.

Questo processo permette all’inconscio di esprimersi in modo indiretto, mascherando contenuti profondi e rendendoli più accettabili per la coscienza.

Lacan  …

… interpreta lo spostamento freudiano come un processo metonimico, in cui il desiderio si sposta lungo una catena di significanti.

La metonimia, in linguistica, si basa su una relazione di contiguità tra i termini, e Lacan la utilizza per spiegare come il desiderio umano non si fermi mai su un oggetto specifico, ma continui a muoversi.

In sintesi, Lacan integra il pensiero di Freud con la linguistica strutturalista, mostrando come i meccanismi inconsci descritti da Freud siano legati al funzionamento del linguaggio.

Questo approccio permette di comprendere il desiderio come un movimento continuo e mai completamente soddisfatto.

Quale terapia

Dal punto di vista psicoterapeutico, la metonimia della mancanza d’essere in Lacan è fondamentale per comprendere il funzionamento del desiderio e il ruolo dell’analista nella cura.

Il ruolo della metonimia nella terapia

Il desiderio come movimento: Il desiderio si sposta continuamente da un significante all’altro, senza mai trovare una soddisfazione definitiva. 

La domanda dell’analizzante: In terapia, il paziente spesso formula una domanda che sembra riguardare un problema concreto, ma in realtà esprime la sua mancanza strutturale.

L’analista non risponde direttamente, ma aiuta il paziente a esplorare il significato della sua domanda.

Il sintomo come significante: Il sintomo psicoanalitico non è solo un segno di disagio, ma è un messaggio che il soggetto invia a sé stesso e all’Altro. L’analisi aiuta a decifrare questo messaggio, permettendo al paziente di riconoscere la propria struttura desiderante.

Lacan e la direzione della cura

Lacan sottolinea che l’analista non deve fornire risposte dirette al paziente, ma deve sostenere la sua domanda, permettendo che emergano i significanti che trattengono la sua frustrazione.

Questo approccio evita di ridurre la terapia a una semplice ricerca di soluzioni immediate e favorisce un lavoro più profondo sulla struttura del desiderio.

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