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Psicoanalisi e fisica quantistica – analogie

Esistono analogie tra la psicoanalisi e la fisica quantistica?
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Esistono analogie tra la psicoanalisi e la fisica quantistica?

Esistono analogie tra la psicoanalisi e la fisica quantistica? Un quesito interessante a cui tenteremo di dare possibili risposte.

Una prima analogia:

Psicoanalisi: nel corso della terapia, si inizia con il processo di identificazione, ovvero si identifica il materiale inconscio, non osservabile prima dell’analisi.

Fisica quantistica: accade la stessa cosa prima della osservazione. Infatti prima della osservazione abbiamo un’onda, dopo, il collasso della funzione d’onda che genera la particella.

Entrambi hanno in comune un elemento fondamentale: l’osservatore.

In seguito spiegherò meglio il concetto, anche se in definitiva è apparentemente semplice. Le cose esistono, divengono reali (coscienti, particella) se qualcuno le osserva.

Le origini della psicoanalisi e della fisica quantistica

24 anni dopo L’Interpretazione dei sogni, Freud realizza che la psicoanalisi è piena di contraddizioni e paradossi. Tuttavia non tali da impedire che possa diventare scientifica.

In ambito quantistico Heisenberg, ha detto più o meno la stessa cosa. Altri autori hanno detto cose del tipo:

Se capisci… la meccanica quantistica, non capisci la meccanica quantistica.
(Richard Feynman)

Se la fisica quantistica non ci spaventa, è perché non l’abbiamo capita.
(Jo Nesbø)

.. e purtuttavia nessuno osa negare la scientificità della fisica dei quanti.

Ecco che anche in questo caso esiste un’analogia che accomuna la studio e l’approfondimento di questi due aree della scienza.

Principi   della Fisica quantistica

Potrebbe essere propedeutico leggere un mio articolo: la fisica quantistica in pillole.

Intanto definiamo l’ambito. La fisica quantistica si occupa del funzionamento degli atomi e delle sue componenti.

L’atomo è formato da protoni elettroni e neutroni. Ogni atomo è formato da un nucleo dove all’interno ci sono protoni e neutroni e all’esterno gli elettroni.

I protoni: sono particelle di carica positiva, i neutroni hanno carica neutra mentre gli elettroni sono negativi.  

Secondo il Principio di complementarità, le entità subatomiche sono sia onde che particelle, anche se la differenza tra le due condizioni è considerevole.

Secondo il Principio di Indeterminazione, solo l’osservazione dell’oggetto subatomico ne determinerà il passaggio da onda a particella.

Secondo tale principio non è possibile misurare contemporaneamente alcune coppie di grandezze. Ad esempio, se misuri la posizione non puoi misurare la velocità e viceversa. Questo perché per effettuare una misura su un oggetto si deve interagire con esso, modificandone automaticamente lo stato dell’oggetto stesso.

Il Principio di non località, rappresentato dall’entanglement quantistico relativo a due particelle che si sono trovate in interazione reciproca (due gemelli monozigoti ?) per un certo periodo. Ebbene in questo caso, queste particelle rimangono entangled, nel senso che ciò che accade ad una di esse, contemporaneamente accade anche all’altra a prescindere dalla distanza che li separa (anche anni luce).

Analogie tra Psicoanalisi e Fisica quantistica

Nella psicoanalisi, ovvero durante il percorso psicoanalitico, si procede alla identificazione del materiale inconscio. Com’è noto, inconscio vuol dire non cosciente, quindi non osservabile prima di un’analisi.

Nella fisica quantistica accade la stessa cosa prima dell’osservazione. Le particelle sono onde e quindi non definite in un punto preciso,. Almeno fino al collasso dell’onda di probabilità.

Potremmo quindi dire che il collasso della funzione d’onda (quando ciò tramite l’osservazione diviene particella) è una analogia con ciò che fa l’analista nella corso della pratica clinica, ovvero nel corso del lavoro con l’analizzando, esattamente nel momento in cui fa una interpretazione.

Quando facciamo una misurazione quantistica, determiniamo una variazione, allo stesso modo, facendo una interpretazione, l’analista varia qualcosa nella psiche del paziente.

Quindi, la valutazione/osservazione porta ad una cambiamento reale.

L’interpretazione dell’analista genera un cambiamento nella coscienza del paziente.

Attraverso l’interpretazione, il terapeuta porta una maggiore chiarezza, aiutando il paziente a recuperare il materiale rimosso e quindi ad avere una nuova prospettiva che poi è l’obiettivo di ogni psicoterapia.

Assistiamo ad un cambiamento che si verifica attraverso un ente esterno, ovvero un osservatore. Le informazioni presenti nell’apparato psichico (inconscio, quindi nascoste, latenti) attraverso l’interpretazione diventano coscienti, allo stesso modo la misurazione fa si che l’onda diventa particella e quindi osservabile.

Anche in questo caso quindi l’analogia si sposa bene con le dinamiche inconsce (onda) che diventano consce (particella).

Analogie con la Psicologia Junghiana

L’analogia più immediata ci viene dal concetto, espresso da Jung, dell’inconscio collettivo.

In particolare, il concetto junghiano della sincronicità. Jung giunge alla convinzione che le coincidenza che sperimentiamo quotidianamente (eventi sincronici) sono insite nella leggi che governano la fisica subatomica, in particolare nel principio di non località.

Ecco che quindi si giunge alla quasi certezza che gli eventi non avvengono a caso ma sono correlati ad un altro evento, non osservabile (quindi onda), esattamente come la funzione d’onda di una particella è correlata ad un’altra ma posta altrove.

Stesso discorso per gli archetipi e l’inconscio collettivo, anch’essi originati nelle leggi fisiche dei quanti. Com’è noto e diversamente dalle concettualizzazioni Freudiane, per Jung l’inconscio si compone di due parti: quello personale e quello collettivo.  

L’inconscio personale coincide con la descrizione che ne da Freud, dal momento che contiene tutti i ricordi perduti e quelli rimossi; nel collettivo invece, sono custoditi tutte le immagini che l’umanità ha accumulato e che rappresentano schemi universali, innati, impersonali, ereditarie che Jung chiama Archetipi.

Questi archetipi li ereditiamo nascendo, e condizionano il funzionamento e il comportamento del genere umano.

L’influenza esercitata è simile a quello delle particelle del principio di non località. Rimane viva e sempre operativa una connessione con particelle presenti in altri tempi e in altri luoghi.

Si aprono nuovi scenari per la Psicoanalisi

Il mondo subatomico, pensato per la prima volta a Mileto, offuscato dalla filosofia greca (Platone, Aristotele) prima e dalla chiesa cattolica dopo, ha finalmente trovato o meglio ritrovato l’importanza che ha sempre avuto.

La fisica quantistica ne studia le stranezze e ne svela giorno dopo giorno i misteri, così come fa la psicoanalisi con l’inconscio dei pazienti.

La fisica quantistica, contrariamente a quella newtoniana, ci fa vedere come la realtà del mondo circostante è più spesso soggettiva che oggettiva.

Interessante la concettualizzazione un famoso psicoanalista, Ignacio Matte Blanco (1908-1995).

Egli ha fornito un contributo forse decisivo per la comprensione dell’inconscio.

Com’è noto spesso Freud l’ha definito come il mondo dell’illogico, basti ad esempio pensare ai sogni e alla loro apparente assurdità. Matte Blanco invece, ha trovato un senso, una certa logica che naturalmente non è quella aristotelica.

Egli ipotizza infatti l’esistenza di una logica doppia e cioè:

  • La logica asimmetrica (razionale, computazionale, pragmatica, Aristotelica, …).

La logica asimmetrica ci dice che se 1 viene prima di 2 non è assolutamente vero il contrario. Il pensiero scientifico  funziona così e si basa su due principi: quello di identità e di non contraddizione.

  • La logica simmetrica (non razionale, non computazionale, … )

Questa logica guida il mondo interno di noi umani, è, in altri termini la logica dell’inconscio. Le relazioni seguono il principio di simmetria. Il principio dice, rispetto all’esempio precedente che se 1 viene prima del 2, è vero anche il contrario.

Quindi se le 9 vengono prima delle 10 ed è vero anche il contrario ne consegue che il tempo non esiste. Per l’inconscio, il tempo non esiste.

Può sembrare assurdo ma noi umani lo verifichiamo sempre, ad esempio nei sogni. In quanti sogni il tempo segue una strada non consueta, oppure ci troviamo in una casa sconosciuta ma che sentiamo che è la nostra, oppure che una persona è contemporaneamente più persone?

Pensiero logico e coscienza

Quindi il pensiero logico si identifica con la coscienza, caratterizzato dalle categorie di spazio e tempo che conosciamo tutti e da lui definito asimmetrico.

L’altro, inconscio, definito simmetrico, ove la logica tradizionale evapora come rugiada al sole, per far posto ad un pensiero intellettivo tendente all’infinito.

Un altro punto interessante riguarda la critica della tripartizione dell’apparato psichico in ES, Io e Super-Io. Questa formulazione limita troppo l’inconscio ridimensionandone la portata e la sua importanza. Per Freud infatti era ‘solo’ un attributo delle diverse strutture, mentre per Matte Blanco era altro e infatti elaborò il concetto dell’esistenza di un sistema bi-logico.

Ecco quindi che conoscere i principi su cui si fonda la fisica quantistica, aiuta meglio alla comprensione del mondo in cui viviamo, dell’altro e di noi stessi.

Aiuta inoltre ad una interpretazione più corretta degli eventi e degli stati dell’inconscio.  

Per concludere, l’inconscio non è un luogo della mente, da analizzare e portare alla luce, ma un modo di essere della mente stessa.

Funziona sempre e ci accompagna in qualsiasi attività, lascia tracce piene di significati dandoci libertà in gradi diversi. Questa libertà ci permette di comprendere come reagiamo in una situazione, ad esempio di crisi.

L’inconscio per certi versi è il ricettacolo del rimosso, ma in questa nuova prospettiva è un modo di essere della mente che si accompagna sempre e che muove i nostri passi, le nostre azioni, le nostre passioni, …

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