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La Nomofobia, ovvero l’ansia dell’era tecnologica

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Dal greco φόβος, phóbos, “panico, paura” più il prefisso inglese no-mobile.

Quindi no-mobile fobia, ovvero Nomofobia.

L’era digitale, insieme al progresso, ci porta nuovi problemi fisici e psicologici. Esiste infatti un disturbo d’ansia che caratterizza le persone nate e cresciute nella società liquida (termine sociologico coniato dal sociologo Zygmunt Baumann ove si sostiene che l’esperienza individuale si decompone e si ricompone rapidamente e quindi il tutto è caratterizzato da estrema volatilità, fluidità, incertezza, etc)  nella quale ogni forma di comunicazione è diventata possibile e rapidissima anche tra due diverse parti del mondo ed allo stesso tempo per assurdo, più difficile tra chi è vicino, anche nella stessa casa o aula dove invece che parlarsi, si scrive SMS.

Stiamo parlando della nomofobia o paura di “restare disconessi”. Il termine nomofobia  esprime la paura di non avere con sé il proprio mezzo di comunicazione mobile, cioè il cellulare.

L’essenza di questa nuova singolare fobia è caratterizzata dalla paura di non avere dietro con sé il cellulare e quindi, di non poter caricare il video che si desidera sul proprio smartphone, di non wazzappare come si vorrebbe in quel preciso momento, oppure di non poter controllare gli aggiornamenti personali o di un proprio amico sui social network attraverso il cellulare stesso o ancora, di caricare e ascoltare la propria musica preferita.

Moltissimi giovani e giovanissimi ma anche adulti, che hanno imparato ad utilizzare al meglio le risorse che i mezzi di comunicazione mobili offrono, entrano così in grandi stati di ansia, fino all’angoscia ed al panico se si trovano in situazioni in cui non possono nell’immediato utilizzare i cellulari ma anche il computer (PC) come vorrebbero.

E’ possibile riconoscere la nomofobia da una serie di sintomi e segni tipici quali:

  • Dormire con il proprio smartphone o altro tipo di cellulare e spesso anche il proprio pc portatile accanto al letto.
  • Utilizzare in continuazione il cellulare per leggere ed inviare messaggi ad amici anche nel caso essi si trovino molto vicino a chi lo fa. E’ ormai un’esperienza tristemente comune vedere persone sedute ad uno stesso tavolo che si inviano in continuazione messaggini, ignorando la presenza di altri commensali e perdendo la ricchezza affettiva tipica della comunicazione diretta ed anche un confronto diretto con le problematiche che la caratterizzano.
  • E’ sintomo di nomofobia l’evitamento attento di luoghi in cui vi è poco campo oppure esso è assente e se la persona che ha questo patologico bisogno del contatto con il suo cellulare è costretta ad entrarvi, può entrare in grandi stati d’ansia anche al solo pensarci.
  • Le persone che continuamente guardano lo schermo del proprio cellulare per verificare se sono arrivati nuovi messaggi oppure che non hanno sentito nell’immediato.

Cosa accade alla persona affetta da nomofobia quando non ha con sé il cellulare oppure per altri motivi, si sente “disconnessa?”

E’ come se questa persona entrasse in un vero e proprio stato di astinenza caratterizzato da difficoltà e mancanza di concentrazione, ansia ed attacchi di panico, stati di agitazione e bisogno di controllare in modo maniacale il cellulare.

Negli Stati Uniti sono stati condotti degli studi su questo disturbo dai quali è emerso che un utilizzo ossessivo del cellulare produca, così come in ogni altra forma di dipendenza, una alterazione dei circuiti neuronali della dopamina che è un neurotrasmettitore il cui rilascio è connesso ad una sensazione di ricompensa in risposta a certi comportamenti. L’alterazione del circuito dopaminergico provoca il bisogno maniacale di avere con sé il proprio cellulare e controllare messaggi, notifiche, aggiornamenti, chiamate, caricare video e musiche. Ciò perché l’attuazione di questi comportamenti tipici di una dipendenza scatenano il rilascio di dopamina e quindi un apparente benessere legato alla temporanea sensazione di ricompensa. Al contrario, la mancanza del cellulare e quindi l’impossibilità di gestirlo (che come abbiamo vesto si connette a sensazioni piacevoli) scatena invece delle crisi di astinenza vere e proprie. Nelle persone che soffrono di nomofobia l’ansia scatenata dalla paura di restare disconnessi è eccessiva e pervasiva, provocando disagio personale ed interpersonale, così che essa viene a configurarsi come un vero e proprio disturbo fobico dell’era moderna, quindi come una patologia del tutto attuale e legata alla nostra società tecnologica.

A cura della d.ssa Elisabetta Lazzari

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