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Lussuria e amore

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Lussuria e amore

La lussuria è l’abbandono al piacere sessuale. Per la dottrina morale cattolica è uno dei sette vizi capitali (da Wikipedia). Il lussurioso ha un grave turbamento della  ragione e della volontà; c’è un accecamento della mente, si è incostanti ed incoerenti (rispetto ai valori proposti), si ha un egoistico amore di sé  e si è assolutamente incapaci di controllare le proprie passioni.

La radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso – che indica una esagerazione – e quella della parola lussazione – che significa deformazione o divisione.
Appare quindi chiaro il significato di lussuria, che designa qualche cosa di esagerato e di parziale.

Il lussurioso è portato a concentrarsi solo su alcuni aspetti del partner (il corpo o una parte di questo) che diventano il polo dell’attrazione erotica; tutto il resto è escluso, l’interezza è negata.

Quindi, si potrebbe affermare che la lussuria è un rapporto deformato con il sesso, una passione che porta a ricercare il piacere personale, il godimento fisico che cerca solamente il proprio massimo piacere. Se questo piacere non è ottenuto, l’altra persona cessa di essere amata. Non si ama la persona,bensì il piacere che si ottiene da essa.

Il piacere sessuale, ovviamente solo per chi è interessato, è il più intenso piacere fisico (forse chi preferisce drogarsi non è d’accordo) un piacere complesso che investe il corpo e la psiche, un piacere inerente all’atto sessuale, di cui tuttavia costituisce solo un aspetto.

Ora, se il piacere è cercato nella «quantità», l’incontro sessuale viene ridotto ad un puro esercizio ‘ginnico’, al piacere fisico e all’orgasmo; l’interesse si focalizza sull’organo, specificamente implicato in esso e lì si completa, si autorappresenta, si autocelebra non avendo, assolutamente, nessun’altra finalità.

L’altro è visto solo come mero strumento del proprio piacere: quindi ciò che conta è il suo corpo, frammentato nelle sue singole zone erotiche; quindi l’altro diventa un oggetto, magari, perché no, un bell’oggetto ma nulla di più. L’energia sessuale, in questo caso, invece di essere, come nell’amore, unificante, poichè ridotta al solo erotismo, diviene portatore di frammentazione, quasi una schizofrenia perché appunto frammenta e dissipa il soggetto.

Il ‘lussurioso’, si focalizza sui propri desideri o, più tecnicamente, sulle proprie pulsioni e ciò facendo, nega la relazione con l’altro, riducendolo a ‘cosa’ se non, addirittura, a ‘merce’.

La lussuria, lontana da un Se’ totalizzante e non frammentato,  sfoga la propria natura caotica e selvaggia, fino a sommergere l’altro, sedotto dall’odore della fantasia e dall’amaro sapore della realtà e con prepotenza, sottomette l’altro con la fascinazione dell’atto sessuale: la lussuria si manifesta là dove il piacere sessuale è incapace di sottostare alle elementari regole della dignità propria e altrui.

La sessualità è una passione che si colloca in una dimensione umana positiva tesa alla comunione tra uomo e donna: difficilmente il piacere sessuale si focalizza, prostituendo e prostituendosi,  solo sulla genitalità e l’orgasmo, perché molto spesso  coinvolge la persona intera, con tutti i suoi sensi.

Quando ci si dona e si usa il linguaggio dell’amore, il piacere sessuale è il naturale coronamento dell’unione e come tale, incide le vite dell’uomo nascendo con la pubertà fino ad estinguersi, dopo un periodo di fecondità, seguito dalla sterilità.

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