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La Psicoanalisi e i suoi effetti terapeutici

gli effetti terapeutici della psicoanalisi
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Gli effetti terapeutici della psicoanalisi

Ma la psicoanalisi, funziona? Abbiamo finalmente studi sistematici (basati su ricerche standardizzate) che tentano di dare risposte, risultate tutte esaustive e convincenti.

Perchè la psicoanalisi funziona

Le evidenze scientifiche dicono che l’efficacia di una psicoterapia agisce, grazie alla plasticità cerebrale, che è in grado di rimodulare i circuiti nervosi e di riorganizzarne le funzioni. Ovviamente prima ci si lavora, meglio è, ma questa plasticità c’è nell’adulto e seppur in misura più ridotta, anche negli anziani in buona salute. Jung sosteneva sempre che il processo di individuazione, dura fino all’ultimo minuto della propria vita e che l’inconscio ignora il significato di morte.

Vale la pena di ricordare che la psicoanalisi, non si focalizza sulla ‘cura del sintomo’, dal momento che le sue ambizioni sono molto più ampie. Freud (e non solo) sosteneva che l’unico e vero scopo della nostra vita sta nella ricerca della felicità.

In passato, la psicoanalisi ha fatto poco per la ricerca di prove inconfutabili e misurabili in merito alla sua reale efficacia terapeutica. Tale apparente scarsa attenzione, va ricondotta dal fatto che è obiettivamente difficile fare ricerca in un ambito così difficile e complesso. Standardizzare un’analisi (che dura anni) non è poi così facile. Nel fare una rilevazione statistica occorre scegliere a caso, e spesso quel caso (che sarebbe un volontario) potrebbe abbandonare il percorso e quindi il tutto è vanificato.

Va da se che in tutti quei casi ove il percorso è breve (meno di 40 sedute) tutto diviene più facilmente gestibile, anche se 40 ore possono essere poche per operare quella ristrutturazione (processo di individuazione) che la psicoanalisi assicura.

Quindi, dal momento che la psicoanalisi non si pone come obbiettivo primario la ‘cura’ del sintomo specifico (laddove esiste); la letteratura specifica individua una serie di ‘scopi’ che possono essere riassunti in terapia, rieducazione, autoconoscenza, maturazione.

La psicoanalisi è quindi una terapia, che ha anche lo scopo di rieducare il soggetto a trasferire le modalità della relazione nella vita quotidiana; rappresenta anche un modo che incrementa l’autocoscienza, dal momento che permette di mettere in luce l’inconscio e quindi tutte quelle parti di se che non sono conosciute (inconsce appunto); l’analisi conduce a sperimentare in modo profondo alcuni aspetti importanti, quali la propria interiorità e le proprie emozioni. Da questa ‘dialettica’ ne scaturisce una maturazione che tende a migliorare alcuni aspetti intimi e profondi, quali la verità, l’emancipazione e l’individuazione.

Ma, vediamo cosa dice la ricerca

I trattamenti psicoanalitici sono efficaci (studi condotti da Fonagy e Bateman, nel 1999) nei casi di pazienti borderline; stessa cosa per i problemi legati al modo di funzionare della personalità (2008, Rabung e Leichsering). Oltre agli studi condotti sulla base di protocolli ben definiti e standardizzati, gli effetti della terapia psicoanalitica si sono riscontrati anche dalla pratica clinica. Esistono studi condotti negli ultimi anni che dimostrano l’efficacia per la terapia della depressione e dell’ansia .la psicoanalisi funziona

La maggior parte degli studi è stata condotta negli Stati Uniti e le ultime scoperte delle neuroscienze hanno dato ragione a molte delle intuizioni di Freud.   Nelle scuole di specializzazione in psichiatria, oltre all’apprendimento delle terapie cognitivo comportamentali, si aggiungono anche le psicoterapie analitiche sia brevi che a lunga durata.

Le ricerche di un professore di Psichiatria dell’Università del Colorado (USA) Shedler (2010) dimostrano che è possibile condurre in modo sistematico studi importanti e con un grande numero di volontari. Lui e la sua equipe, hanno condotto uno studio su più di 1431 pazienti e su cui sono state fatte oltre 160 sub ricerche, prendendo in considerazioni, oltre alla terapia analitica, anche altre terapie, comprese quelle farmacologiche.

La sintesi di questo enorme lavoro, confermerebbe che le terapie analitiche risulterebbero più efficaci delle altre, compresa quella farmacologica (www.apa.org/pubs/journals/releases/amp-65-2-98.pdf).

‘….. The effect size increased to 1.51 when the patients were assessed at long-term follow-up 9 months posttreatment). In addition to change in general symptoms, the meta-analysis reported an effect size of 0.81 for change in somatic symptoms, which increased to 2.21 at long-term follow-up; an effect size of 1.08 for change in anxiety ratings, which increased to 1.35 at follow-up; and an effect size of 0.59 for change in depressive symptoms, which increased to 0.98 at follow-up. The consistent trend toward larger effect sizes at follow-up suggests that psychodynamic therapy sets in motion psychological processes that lead to on- going change, even after therapy has ended….’ (February–March 2010 – American Psychologist – pag 101.

Efficacia della psicoanalisi

Grazie a questi studi, possiamo finalmente sostenere, che esistono prove concrete su quanto sia efficace la psicoanalisi, al punto che dal confronto con la durata nel tempo, pare sia confermata la sua efficacia rispetto ad altri tipi di terapie, con una serie di miglioramenti che durano anche dopo che la terapia si è conclusa. Insomma, gli studi confermano quanto sosteneva la teoria in merito sia alle depressioni che alle crisi di ansia.

«L’interazione fra terapeuta e paziente può effettivamente cambiare la biologia del cervello.
[…] La psicoterapia è un trattamento biologico che produce cambiamenti fisici rilevabili e
duraturi nel cervello» (Kandel 2018, pp. 95-97).

Vediamo un altro tema, quello relativo all’ansia, come risultato di un conflitto inconscio. Ebbene sembra che anche in questo caso, solide ricerche ci dicono che Freud aveva ragione.

Questa volta dobbiamo andare nel Michigan, dove in una delle sue Università, alcuni professori applicano da anni il metodo scientifico per studiare gli effetti della psicoanalisi. I loro studi li hanno portati a sostenere che esiste un nesso significativo tra il conflitto inconscio e i disturbi di ansia come il panico, le fobie, le ossessioni. Questa interazione tra inconscio e coscienza, contribuisce a dare maggiore forza, sulla base di dati empirici, che quanto sosteneva Freud più di 100 anni fa, corrispondeva a verità.

An experiment that Sigmund Freud could never have imagined 100 years ago may help lend scientific support for one of his key theories, and help connect it with current neuroscience.June 16 at the 101st Annual Meeting of the American Psychoanalytic Association, a University of Michigan professor who has spent decades applying scientific methods to the study of psychoanalysis will present new data supporting a causal link between the psychoanalytic concept known as unconscious conflict, and the conscious symptoms experienced by people with anxiety disorders such as phobias. www.sciencedaily.com/releases/2012/06/120616145531.htm)

 

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