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La depressione. Cosa non è

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La depressione. Cosa non è

In questo articolo vedremo cosa non è la depressione; ciò ci permetterà di conoscere la depressione e in particolare cosa è la depressione. 

Tutto ciò ci offrirà una chiave di lettura dello stato della nostra anima e di conseguenza ci offre la possibilità di orientarci in modo consono e funzionale.

La depressione. Non è tristezza

Evitiamo quindi di considerarci depressi quando, ad esempio stiamo attraversando un periodo difficile, negativo quanto vogliamo ma passeggero. E’ naturale che in situazioni frustranti  ci possa essere la tendenza e vedere tutto nero. E’ un periodo passeggero, non uno stato depressivo.

La depressione non definisce uno stato di tristezza dal momento che è un disturbo clinico. Se siamo tristi perché qualcosa è ‘andato storto’ e ci sentiamo quindi con il morale sotto i piedi, oppure guai a chi ci infastidisce perché altrimenti ‘ce lo mangiamo’, oppure sentiamo tutto il peso del mondo sulle nostre spalle, non siamo depressi ma reattivi ad una specifica frustrazione. E’ uno ‘stato’ che dura un tot tempo e poi passa. Non siamo depressi.

Il depresso vero non lo è per un periodo transitorio; possono passare settimane, se non mesi di ‘buio profondo’, ove ci si sente angosciati, paralizzati, senza riuscire ad attribuirlo ad un fatto specifico e soprattutto consci del fatto che l’eventuale effetto scatenante non giustifica la reazione che agli occhi nostri e di coloro che ci circondano può sembrare sproporzionata.

La depressione. Non è un lutto

Se abbiamo un lutto, è normalissimo essere tristi, privi di energia, percepire una mancanza di senso in tutte le cose che ci circondano, viste come puerili, banali, cosi come ad esempio accadeva ad Amleto, dopo la morte del padre, al punto che madre si vede costretta a dire:

‘Amleto, caro, togliti di dosso quel colore notturno, ed il tuo occhio riguardi da amico colui ch’è ora il re di Danimarca; non andare cercando di continuo con quelle palpebre sempre abbassate il tuo nobile padre nella polvere. È legge di natura – lo sai bene – che ciò che vive deve pur morire, dal mortale passando all’immortale’

In questa situazione, la tristezza e quanto altro descritto sopra, ha un nome ben specifico ovvero: ’elaborazione del lutto’. Anche in questo caso, non parliamo di depressione. Se ci muore un parente caro, oppure l’amica del cuore, è naturale essere tristi o piangere anche per qualche giorno.

Non ha senso preoccuparsi al punto da sentirci costretti ad andare dal medico o essere indotti a ricorrere al sostegno di un antidepressivo. Non serve e potrebbe essere dannoso.

Se hai un lutto e piangi, è normale. Invece se  non riesci ad esprimere il dolore con il pianto, lo è meno, sarebbe più preoccupante. Se dopo 5 o 6 mesi lo stato di abbattimento perdura, allora potrebbe essere utile chiedere un consulto ad un professionista.

Una persona depressa non è ne pigra ne scarsa di volontà. La depressione è una malattia non una mancanza di volontà. Non basta voler star bene.

La depressione non è una condanna, dal momento che si cura. Solo se non trattata può volgere verso la cronicità e con un peggioramento dello stato dell’umore. Le eventuali ricadute saranno più frequenti, più durature, più dolorose.  Però opportunamente curata, porta alla guarigione.

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