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Il cervello e la psicoanalisi

comè è strutturato il cervello degli esseri umani
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Il cervello e la psicoanalisi

Per far un discorso sul cervello e la psicoanalisi, dobbiamo iniziare da molto lontano, ovvero dal primo salto evolutivo che ha portato all’uomo. In realtà il primo salto ha prodotto non un uomo (HOMO) ma un ominide.

L’ominide più famoso è Lucy.

Il primo ominide (Lucy) camminava sul suolo terrestre circa 2.3 milioni di anni fa; a sua volta, prima di lei, c’erano le scimmie (australophitecus) e prima ancora i paleo-mammiferi  preceduti dai rettili. 

Recenti ricerche fanno risalire la nascita dei primi ominidi, prima, ovvero a circa 5 milioni di anni fa.

I tre diversi tipi di cervello

Gli scienziati hanno individuato (per semplificare ovviamente) tre diversi tipi di cervelli (costruiti uno sulle spalle dell’altro) o meglio tre cervelli in uno.

Il cervello dei rettili, su cui in seguito si è costruito il cervello dei paleo mammiferi e infine quello dei neo mammiferi.

Questo paradigma è stato per la prima volta enunciato dal neurologo Paul D. MacLean (1º maggio 1913 – 26 dicembre 2007, neuroscienziato americano).

Nel corso dei suoi studi sul cervello ipotizzò l’esistenza di tre cervelli che rappresentano momenti evolutivi della storia umana.

Similmente agli strati geologici: ognuno di essi rappresenta i sedimenti che si sono stratificati nel corso dell’evoluzione.

Questi ‘sedimenti’ nel caso del cervello sono:

  1. l’archipallium (cervelletto e bulbo spinale) o cervello primitivo (rettile);
  2. paleopallium (sistema limbico) o cervello intermedio (paleo-mammifero);
  3. neopallium (emisferi cerebrali) chiamato anche neocorteccia  o cervello superiore (neo mammiferi).

Nel primo vi trovano dimora gli istinti e le funzioni vitali (controllo del respiro, del ritmo cardiaco, sensibilità, attività motoria etc); nel secondo il centro delle emozioni; nel terzo, più recente (solo nei primati) tutte le funzioni cognitive, simboliche e razionali, ovvero la coscienza.

La teoria dei tre cervelli

Queste tre aree anche se sono coordinate, sono indipendenti l’uno dall’altra e in grado di gestirsi in autonomia.

Quindi, se qualcuno ha mai pensato che la coscienza coordinasse il tutto si è dovuto ricredere.

Lettura di approfondimento

Cervello razionale e cervello emotivo ovvero La psicologia Junghiana e le neuroscienze

La teoria dei 3 cervelli, ha riformulato tutto o quasi ciò che in precedenza si credeva, comprese le teorie sulla elaborazione dei pensieri, sulle cause del comportamento e sulle malattie.

Cervello e psicoanalisi

Tutto ciò avviene negli anni 50 e alcuni psicoanalisti hanno sentito l’esigenza di tradurre le intuizioni freudiane in merito alla ripartizione dell’apparato psichico (ES-inconscio; Io; Super-Io) stabilendo quale struttura neurologica potesse ‘contenerne’ i singoli elementi.   

Si ipotizzava quindi che l’Inconscio (Es), potesse risiedere nel sistema limbico o in generale nel cervello denominato neurovegetativo, meglio noto come sistema nervoso autonomo.

Mentre l’Io e il Super Io, sfrutterebbero le risorse presenti nella corteccia, o meglio nella neo-corteccia ma anche più in generale nel sistema nervoso centrale volontario.

Grazie a questa intuizione, anche la psicosomatica trovava una legittimazione dal momento che questa strutturazione forniva le basi scientifiche alla natura organica per ciò che prima si supponeva fosse solo riconducibile alla natura psicologica.

Anche dal punto di vista gerarchico, le strutture più elevate (corteccia) venivano ricondotte alle funzioni più elevate (attività volontarie coscienti e razionali) rispetto a quelle emotive, autonome e perlopiù neurovegetative.

Dominanza emisferica

In seguito, altre ricerche specificavano ulteriori specializzazioni al livello degli emisferi: il destro dedicato ad aspetti simbolici, astratti, spaziali e visivi (creatività); il sinistro alle funzioni analitiche e razionali che trovano il massimo utilizzo della parola.

Quindi la parte sinistra del cervello, che si occupa  dei processi linguistici (percezione degli eventi e concatenazione degli stessi nel tempo) potremmo semplificando, chiamarlo cervello ingegnere perchè interpreta la realtà in modo analitico.

Il destro invece, che potremmo chiamarlo cervello poeta, è specializzato nella percezione della realtà, vista nel suo insieme, quindi in modo spaziale e ne da un’interpretazione emotiva.

Nessuno dei due emisferi è dominante, dal momento che lavorano in modo integrato; il destro si occupa delle emozioni, il sinistro della ragione, del pragmatismo, dell’analisi.

Ma cosa è più importante, l’aspetto emotivo oppure quello logico-razionale? Si tenderebbe a dire che gli occidentali sceglierebbero quello razionale o Apollineo, mentre gli orientali quello emotivo o Dionisiaco.

Cervello e psicopatologia

Anche se questa visione è stata abbandonata da tempo, negli anni 80 gli psicoanalisti tendevano a correlare le diverse specializzazioni emisferiche alla psicopatologia.

Ecco quindi che l’isterico o il Dionisiaco con le sue stravaganze veniva correlato all’emisfero destro, mentre l’ossessivo compulsivo (iperanalitico) al sinistro.

È noto il concetto di processo primario e secondario dal punto di vista psicoanalitico (p.es. l’aggressività è primaria e poi, attraverso l’educazione diviene secondaria).

Processi primari e secondari

Parlando ad esempio di difese, è facile comprenderle nelle loro suddivisioni tra primarie e secondarie.

Quelle primarie sono primitive, immature, quindi classificate come inferiori perché vengono notate primariamente nella prima infanzia; in definitiva sono inconsce e si pongono come confine tra il Sé e il mondo reale.

Le secondarie, al contrario sono più evolute, mature e quindi di ordine superiore e delimitano i confini interni (Io, Super-Io, ES /coscienza, istanze morali e inconscio) oppure tra l’Io che si occupa di relazionarsi con la realtà attraverso l’osservazione e l’esperienza.

Quindi, da un punto di vista neurobiologico, si è rapportato l’emisfero destro con i processi primari e il sinistro con quelli secondari.

Il passaggio dal dx al sx avviene tramite messaggi che gli emisferi si spediscono utilizzando un apparato neuroanatomico essenziale, il corpo calloso che si occupa di transcodificare ciò che l’emisfero destro trasferisce sotto forma di immagini in un qualcosa di comprensibile e comunicarlo al sinistro.

Ovviamente accade anche il contrario.

Freud ha sempre sostenuto che l’inconscio funziona tramite immagini e simboli (vedi il processo onirico) e processi primari, mentre i processi secondari e coscienti venivano caratterizzati dal pensare per parole.

Gli studi degli anni 50 avrebbero confermato ciò che Freud pensava all’inizio del ‘900.

Per non parlare della rimozione, uno dei meccanismi di difesa alla base dell’inconscio.

Come abbiamo detto sopra i due emisferi comunicano attraverso il corpo calloso. Nel caso della rimozione, questo flusso di comunicazione sarebbe inibito.

Apparato psichico secondo Freud

L’Es (inconscio) e il processo primario, vengono ricondotti all’emisfero destro, mentre l’Io (coscienza) e il processo secondario al sinistro e alle sue attività che per natura sono logico-verbali.

In alcuni dei sui scritti, Freud sosteneva che le modalità del pensare e del sentire dovevano per forza di cose essere soggette a leggi specifiche; in particolare ha sempre sostenuto che il compito dell’analisi è di rendere cosciente l’inconscio  e che in definitiva il destino dell’Es è quello di ridursi all’Io.

Apparato psichico secondo Jung

Jung invece ha sempre sostenuto (e in seguito Freud ha concordato) che non sarà mai possibile svuotare (e quindi eliminare) tutti i contenuti dell’inconscio.

Anche perché, per Jung, l’inconscio si suddivide in quello personale (simile all’inconscio freudiano) e quello collettivo (equiparabile forse al Sistema Nervoso Autonomo).  

Il primo soggetto ad un parziale svuotamento mentre il secondo, avrebbe una funzione diversa ed è quindi soggetto ad un continuo aggiornamento incrementale.

Tuttavia la psicoanalisi classica, pur prendendo nota degli sviluppi dello studio del cervello, ha sempre concordato sul fatto che emisferi  (dx e sx) e processi (primari e secondari) sono complementari ed entrambi operativi con funzioni indipendenti.

In altri termini, il processo primario non va considerato come inferiore al secondario ma, com’è giusto che sia, svolge funzioni diverse e quindi altrettanto utili e necessarie.

La percezione di ciò che accade viene elaborata a livello neurologico (emisferi) e psicologico (Es-Io, processo primario-secondario) in modo simultaneo  ma cognitivamente diverso.

Ciò che viene da un emisfero, dopo una specifica elaborazione, viene trasferito all’altro che ne integra (secondo le sue specificità) i contenuti per giungere ad una nuova visione.

Nel corso del processo psicoanalitico, ciò che sta nell’inconscio viene svelato e rielaborato fornendo all’Io del paziente nuove prospettive.

Ciò che l’Io del paziente percepisce nella sua quotidianità diviene materiale con cui l’inconscio prende spunto per ‘rilasciare’ i suoi contenuti soggetti alla rimozione.

In questo processo continuo, le prospettive del soggetto cambiano continuamente.

Concludendo, la stretta collaborazione tra i due emisferi  (che come abbiamo detto sono indipendenti e complementari) sono da correlare con la salute psicofisica del soggetto.

Chi suona il pianoforte usa entrambe le mani che concorrono in modo indipendente e complementare a tradurre in musica ciò che c’è sullo spartito.

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