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Sto frequentando una persona depressa

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Come aiutare una persona depressa

Se frequenti una persona che è triste da molto tempo, irritabile, sempre stanca, oppure non ha fiducia in se stessa, allora forse è una persona depressa.

In questo caso come sarebbe opportuno comportarsi?
Due parole introduttive sulla depressione possono sicuramente giovare e introdurre opportunamente il discorso.

I numeri della depressione

Secondo gli ultimi studi pubblicati sulla rivista BMC Medicine, al mondo ci sono circa 121 milioni (altri dicono 350 milioni) di persone che ne soffrono; queste persone hanno una vita lavorativa molto deteriorata e le loro relazioni sono insoddisfacenti.

Di queste persone, 850 mila ogni anno si suicidano. Gli studi prevedono una crescita dello 0,79% del tasso di suicidi a fronte dell’aumento di ogni 1% nel tasso di disoccupazione. Questa ‘notizia’ viene affermata da uno studio svolto in Australia, da Alize Ferrari e colleghi della School of Population Health dell’Università del Queensland a Herston.

I risultati di questo studio sono stati pubblicati dalla rivista “PLoS Medicine”.

Quando si può definire una persona depressa

Per definire depressa una persona, devono essere presenti almeno 5 dei 10 sintomi che seguono: stanchezza, tristezza, poca fiducia in se stessi, insonnia, preoccupazione, compromissione sfera sessuale, ridotte attività sociali, noia patologica, tendenze suicide, pensieri ossessivi e morbosi, etc).

In Italia le persone coinvolte sono circa 3 milioni (1 su 5 per le donne e 1 su 10 per gli uomini). Le persone colpite hanno età, stili di vita e ceto sociali anche molto differenti.

Lo stato emotivo delle persone può essere turbato da fattori di stress (in questo mondo competitivo è un destino comune), dalla mancanza di punti di riferimento (genitori, partner affidabili, società, crisi economiche e finanziarie, impiego, etc.).

Un grande spreco perché una diagnosi esatta e veloce, le giuste terapie e una maggiore consapevolezza sociale, assicura quasi sempre una guarigione.

Cosa si può fare per aiutare una persona depressa

Partiamo da un assunto di base: di depressione si guarisce, ovvero esiste una cura. Come in tutte le sintomatologie fisiche, anche in questo caso, identificare le cause in tempi rapidi, garantisce una guarigione più rapida.

I professionisti da coinvolgere in questo caso sono lo psichiatra e lo psicoterapeuta. Il primo prescriverà antidepressivi il secondo un percorso psicoterapeutico.

L’entourage che gravita intorno alla persona che ne soffre, svolge un ruolo molto importante ed è funzionale al processo che condurrà il paziente alla guarigione.

In questo ruolo, parenti e amici, forniscono il supporto necessario all’accettazione del proprio stato, giorno dopo giorno fino alla guarigione. Il depresso è una persona che soffre moltissimo, va aiutato, confortato e sostenuto senza se e senza ma.

Non gli si può chiedere di avere buona volontà, così come a chi soffre di un forte mal di denti non gli si può chiedere di guarire senza l’aiuto del dentista oppure dell’antibiotico.

Non basta la buona volontà

Come dicevamo prima, non bastano i buoni propositi per guarire, che in altri termini, vorrebbe dire che la persona depressa, va presa sul serio.

Se un amico/partner/parente ci chiede aiuto, evitiamo di incoraggiarlo dicendo:”… dai, vedrai che prima o poi passa”. Coma faremmo in caso di cardiopatia? Diremmo:’… su su dai, capisco che il momento è difficile ma con un po’ di pazienza e buona volontà vedrai che passa presto?’

Con questi atteggiamenti, il soggetto si sentirebbe incompreso e quindi, in quanto tale, tenderà ad isolarsi di più, partendo dalla convinzione che nessuno è in grado ci capirlo e quindi di aiutarlo.

Al primo posto, dopo la comprensione ed il sostegno dovremmo fare esattamente ciò che faremmo in caso di una sofferenza cardiopatica: invitarlo a rivolgersi ad uno specialista e se serve, aiutarlo a trovarne uno e se necessario, accompagnarlo.

In generale inoltre, attenzione ad emettere giudizi. Una persona depressa può, nei casi gravi, avere difficoltà a gestire le emozioni, quindi potrebbe non esser facile farci dei ragionamenti. In questo caso, evitare giudizi e soprattutto fare molta attenzione a non farlo sentire inadeguato o instillargli sensi di colpa (ne ha già di suo).

Curare la depressione nel modo giusto

Potrebbe essere difficile capire, come del resto è difficile ‘capire’ un dolore cardiaco. Infatti non va capito ma curato, nel modo giusto.

La persona depressa, si comporta forse in modo inadeguato, ma non sta a noi giudicare. Non ha senso richiamarlo al senso del dovere, o ricordargli che al mondo ci sono problemi più gravi: già lo sa.

Il depresso non ha una visibilità di un arco temporale significativo. Spesso non intravede un futuro. Se gli stiamo vicini, proviamo ad essere positivi e concreti.

Cerchiamo di suggerire una diversa prospettiva. Proviamo, magari parlando di noi o di persone che conosciamo, a far vedere i lati piacevoli che la vita offre.

Parlare e ascoltare una persona depressa

Se riesci a far parlare un depresso, è importante saper ascoltarlo, con calma e pazienza. Le prime volte forse dirà sempre le stesse solite cose tristi, ma se saprai ascoltarlo in modo creativo, le poche parole che dirai saranno sicuramente utili.

Recupero della vita sociale del depresso

Infine cerchiamo di far recuperare un minimo di vita sociale. Se la persona si isola, il senso di alienazione non può che peggiorare. Invece se riuscisse a distogliere i pensieri uscendo per un cinema, una passeggiata, una pizza con gli amici, etc. sicuramente troverebbe un giovamento anche se temporaneo.

Cosa è il Burnout e come proteggersi

Non è facile occuparsi di una persona depressa, quindi è opportuno proteggersi.

Come per una qualsiasi malattia infettiva, per aiutare efficacemente, dobbiamo farlo proteggendo prima noi altrimenti rischiamo di ammalarci. E’ dimostrato dalla pratica clinica, che il ‘contagio’ è possibile.

Per difendersi è indispensabile mantenere una giusta distanza. Se ci rendiamo conto di non farcela, oppure di essere ‘invischiati’ sempre di più, è assolutamente indispensabile allontanarsi.

In questa eventuale fase, non è necessario scappare, ma è sicuramente più utile e rispettoso ammettere i propri limiti. Questa ammissione in genere responsabilizza il depresso e anche questo è utile al miglioramento della sintomatologia.

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