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Non so se ti amo

non so se ti amo
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Foto di Alfons Schüler da Pixabay

Non so se ti amo

Non so se ti amo anche perchè l’amore è certamente un impareggiabile sentimento, forse il più emozionante e più … pericoloso.

Perché, come tutti sanno, l’amore  è un’emozione e quando arriva, lo fa senza preavviso e ovviamente potrebbe creare dipendenza affettiva.

Ci avvolge e ci fa tremare i polsi ma … potrebbe portare ad avere dubbi e paradossalmente, il dubbio principe si può sintetizzare con una sola, semplice e terribile frase: è amore quel che provo?

Oddio quanto siamo confusi: confusi al punto che non sappiamo rispondere. Quante cose dovremmo cambiare, quante nuove situazioni dovremmo affrontare .. ma siamo pronti? Scappiamo e ci copriamo dietro l’ovvietà e perché no, c’è anche chi tenta di fuggire.

Ma come? E’ semplice, basterebbe rispondere: non so se ti amo e via, tutto fatto. Abbiamo risolto e ricominciamo da dov’eravamo prima e cioè torniamo a ricercare  e ricercare ancora in un giro di giostra che si ripete all’infinito.

Allora, ti piace l’amore?
E’ pericoloso. Ci scappano le ferite. Non è una serenata al balcone, somiglia a una mareggiata di libeccio, strapazza il mare sopra, lo rimescola sotto.
Non lo so se mi piace” ……
Erri De Luca

Dietro questo schema c’è spesso lo stesso dilemma che raramente è riferito al soggetto (lui o lei) ma al tema principale che poi è il vero problema e cioè: “… ho una grossa confusione sul fatto che …. Non so cos’è l’amore” (e non: non so se ti amo).

L’amore dovrebbe essere simile ad un respiro lento e tranquillo e non un affanno.

Allora come se ne esce?

Non so se ti amo può diventare un mantra a cui dovremmo provare a rispondere, seguendo un pensiero diverso, un pensiero non razionale, non logico ma emotivo, un pensiero ‘laterale’.

L’amore  è un modo di vivere. Un vivere non casuale perché le emozioni che proviamo non sono casuali, ma acasuali. L’amore, quando viene, viene seguendo uno schema che potremmo, con Jung, definire sincronistico, perché dipendono da noi: siamo noi che decidiamo, sebbene ne ignoriamo le cause.

Influenza  degli archetipi Anima/Animus

“Anticamente la nostra natura non era quella di oggi. I generi non erano tre o due, come ora, maschio e femmina, ma ce n’era uno che partecipava di entrambi… un androgino… la forma di questo essere era sferica, e aveva quattro mani e quattro gambe… Giove decise di tagliarlo a metà… da tempo perciò è connaturato agli esseri umani l’amore reciproco, per questo ognuno è sempre alla ricerca della propria metà, sia essa uomo o donna, indipendentemente dal proprio sesso, per ricostituire l’intero iniziale… Per questo diciamo che ognuno cerca la propria metà… La causa della nostra ricerca è che un tempo eravamo interi, e al desiderio e al perseguimento dell’intero noi diamo nome amore” (Platone) 

Seguendo la dinamica archetipica, in ogni relazione di coppia,  Animus e Anima esprimono la dualità presente in ognuno di noi e non è facile accettarli e conciliarli in noi stessi; questa difficoltà sta alla base dei problemi che uomini e donne trovano nel tentativo di comprendersi.

Perchè, come ovvia conseguenza, il tutto parte dalla non comprensione di sé.

L’energia maschile e femminile

Tra le due energie (maschile e femminile; Yin e Yang) si sviluppa anche una forza di attrazione che apre la via ad una possibile integrazione. L’amore non è mai facile, è un lavoro e una conquista e la fatica più dura avviene all’interno di se stessi.

Anche se, come diceva Jung, gli opposti si attraggono, è anche vero che gli opposti convivono anche con difficoltà.
Ecco perchè ogni rapporto raramente è tranquillo ed ha potenzialmente in sé il massimo della gioia e il massimo del turbamento.

Il nostro scopo è quindi realizzare l’armonia sia dentro di noi che nel rapporto con l’altro; il messaggio è che quanto più riusciremo ad armonizzare la nostra psiche, tanto più riusciremo a realizzare una relazione soddisfacente, migliorando la convivenza sociale.

Ma, ti amo?

Rispondere al non so se ti amo, potrebbe iniziare provando a cambiare la frase : “Non so se ti amo”  con la riflessione, ben più profonda che si può esprimere con:”… vogliamo amare quella persona?”

Il conflitto genera o meglio potrebbe generare un quesito inquietante: mi sto ingannando?

Per rispondere proviamo a chiederci: ”Dov’è l’inganno?” 

Considerare l’amore come un qualcosa di esterno e che decide di entrare in noi, nella nostra vita?

No, non è così, le cose stanno diversamente, perché nel relazionarci con la realtà, dovremmo confrontarci con il quesito legato al fatto se si tratta di amore vero o soltanto di una banale emozione, molto simile ma che,

amore non è.

La realtà  spesso ci dice che l’amore lo creiamo noi,   quando

scegliamo di amare.

Quindi ecco perchè chiederci se amare o non amare potrebbe essere fuorviante perché ciò che sarebbe più giusto chiederci è se vogliamo farlo oppure no.

Amore incondizionato

Amare non contempla condizioni. Siamo noi che con animo sereno, dobbiamo decidere se perdonare, dare fiducia, comprendere, ascoltare, sostenere, incoraggiare, preparare una cena in modo che quando il nostro amore entra in casa sentendo l’odore della cena pronta e … si senta a casa.

Insomma amare è dedicare tempo, accettare gratuitamente, senza chiedere niente in cambio, senza limiti o condizioni e … fidarsi e affidarsi.

Solo così, quindi, amando, la confusione svanisce, perché in realtà non c’è mai stato motivo di chiederci se amassimo o meno qualcuno.

Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene. Si cerca la strada più breve: la rottura, la sofferenza. Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell’inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto il bene che c’è stato: ci vuole amore per chiudere una storia.
M.Troisi

Se dubitiamo di amare qualcuno, abbiamo una sola certezza: non abbiamo  ancora imparato ad amare, perché se avessimo iniziato questo cammino, non ci chiederemmo se amiamo oppure no, ma ameremmo e basta.

Superare la paura di amare

Non so se ti amo ma, come si supera la paura di amare (PHILOFOBIA, ovvero paura d’innamorarsi o di essere innamorati.)?

Ecco qualche consiglio:

  • Non fuggire. La fuga o l’evitamento rinforzano la paura.
  • Come andrà a finire? Non si sa, quindi vivila giorno per giorno. Se evolverà, te ne accorgerai e farai ciò che serve 
  • Non confrontarla con le altre storie. Ogni storia, come ogni essere umano, è unica. Se hai sofferto, dimentica, cerca di vedere solo gli aspetti positivi della nuova storia.
  • Hai paura? non tenerti nulla dentro, parlane, parlane e poi ricomincia dall’inizio. Solo il dialogo ci permette di riacquistare fiducia nel prossimo e in noi stessi.
  • Non ci riesci? non chiuderti in te, cerca l’aiuto di un esperto.

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