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I disturbi sessuali femminili – cause e cure

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I disturbi sessuali femminili – cause e cure

Il Questionario QDSF (Questionario Analitico sui Disturbi Sessuali Femminili) indaga, da un punto di vista strettamente qualitativo, le principali aree della sessualità femminile che, a vario titolo, possono presentare disfunzioni, patologie ma anche problemi sub-clinici.

È utilizzabile in un contesto psicoterapeutico per orientare il clinico nella corretta diagnosi dei disturbi sessuali femminili, per valutare l’atteggiamento della paziente nei confronti dei disturbi stessi, per individuare la necessità di ulteriori approfondimenti diagnostici (ad esempio di tipo ginecologico) o di una psicoterapia, e per valutare i cambiamenti ottenuti per mezzo.

di una psicoterapia, un intervento farmacologico o ginecologico. Infine, è applicabile in ambito epidemiologico e di ricerca.

Il Questionario QDSF possiede le seguenti caratteristiche:

L’analiticità. Ciò consente di approfondire ogni singola area della sessualità e di evidenziare aspetti sintomatologici o di generico disagio che possono facilmente essere sottaciuti durante l’anamnesi nel colloquio clinico oppure non riconosciuti per la loro reale rilevanza, e quindi non comunicati al clinico. Fornisce indicazioni cliniche in relazioni ai seguenti disturbi (DSM-IV-TR): Disturbi del desiderio sessuale (Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo, Disturbo da avversione sessuale), Disturbo dell’eccitamento sessuale femminile, Disturbo dell’orgasmo femminile, Disturbi da dolore sessuale (Dispareunia, Vaginismo), Parafilie.

La Ricognizione di disturbi sessuali sub-clinici. Infatti, l’attuale sistema nosografico proposto dal DSM IV-TR (2000) non sembra potere comprendere tutta la varietà dei disturbi sessuali femminili o di quanto viene vissuto con disagio e frustrazione dalle pazienti. Lo strumento raccoglie pertanto informazioni certamente utili per effettuare una diagnosi di disturbo del desiderio, dell’eccitazione sessuale, dell’orgasmo, da dolore sessuale, ma nondimeno cerca di evidenziare anche eventuali malesseri di più sottile percepibilità diagnostica, come ad esempio: un rapporto non sereno con il proprio corpo;  la presenza di sensi di colpa inadeguati; la presenza di comportamenti anassertivi che rendono difficile opporre un rifiuto nei confronti di una proposta sessuale o nei confronti di specifiche attività sessuali; l’uso dell’attività sessuale a scopi strumentali; la tendenza a reprime l’immaginario erotico a causa di depressione, alessitimia, ansia e altri disturbi non squisitamente sessuali; presenza di difficoltà di abbandono che non impediscono la capacità orgasmica ma che inibiscono e rendono coartata la vita sessuale.

La valutazione dettagliata dell’abuso sessuale infantile e in età adulta.

Il Questionario Analitico sui Disturbi Sessuali Femminili è strutturato in 16 sezioni, ognuna delle quali indaga un’area specifica:

la sezione 1 raccoglie alcune semplici ma importanti informazioni generali del soggetto;

la sezione 2 indaga il rapporto con il proprio corpo;

la sezione 3  è relativa all’approfondimento della dimensione del desiderio sessuale;

la sezione 4 indaga l’area dell’eccitazione sessuale, e innanzitutto il modo in cui viene percepita;

la sezione 5 indica la presenza di dolori durante l’attività sessuale, attuali o pregressi.

la sezione 6 indaga i tipi di sistemi anticoncezionali che vengono utilizzati;

la sezione 7 valuta la percezione dell’uomo da parte della donna, da un punto di vista sia generale che fisco.

la sezione 8 valuta l’atteggiamento generale nei confronti della sessualità;

la sezione 9 è relativa all’immaginario erotico, valutandone innanzitutto età di comparsa, e presenza/assenza al momento della compilazione del questionario;

la sezione 10 valuta l’autoerotismo;

la sezione 11 è riservata a coloro che, al momento della compilazione del questionario, non hanno un partner, e indaga il tipo di desiderio relazionale e sessuale, qualora presente;

la sezione 12 è riservata a chi ha una relazione sessuale, anche non comportante la penetrazione. Vengono indagate diverse aree della sessualità, della vita relazionale e dell’immaginario della paziente;

la sezione 13 comprende un’ampia griglia di attività sessuali che consente di valutare la vita sessuale della paziente, reale e fantasmatica, in modo molto preciso;

la sezione 14 indaga la presenza dell’abuso sessuale infantile, definito nel modo seguente: “In questa sede si intende per abuso sessuale infantile il coinvolgimento di soggetti immaturi e/o dipendenti in attività sessuali, avendo scarsa o nessuna consapevolezza della esatta natura di quello che avviene o delle sue reali implicazioni. L’abuso può essere diretto ed esplicito, ma anche indiretto, come l’esposizione a materiale pornografico, a rapporti sessuali volontariamente esibiti o esibiti ripetutamente senza la necessaria privacy, oppure attraverso racconti a contenuto sessuale inadatti all’età o al rapporto esistente tra le persone”.

la sezione 15 valuta invece l’eventuale presenza di abuso sessuale occorso in età adulta;

la sezione 16 consiste in uno spazio non strutturato per segnalare ulteriori informazioni che la donna ritenesse di volere comunicare per permettere una comprensione più approfondita della sua sessualità.

Il QDSF esiste anche in una versione “retest“, da utilizzarsi allo scopo di valutare i cambiamenti effettuati in seguito ad un intervento terapeutico (psicoterapia, intervento farmacologico, chirurgico, riabilitativo).

Giannantonio M., Questionario Analitico sui Disturbi Sessuali Femminili. La diagnosi in sessuologia femminile. Seconda edizione, 2008: www.psicotraumatologia.com

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